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Università del Salento
Dipartimento di Ingegneria dell'Innovazione
La storia
Il Salento Racing Team nasce nella Facoltà di Ingegneria dell’Università del Salento nel 2005 con lo scopo di partecipare agli eventi Formula SAE. Ha permesso a oltre 70 studenti dell’Università del Salento, di partecipare a questo tipo di esperienza. Nato nella Facoltà di Ingegneria, si è esteso a studenti di Fisica, Economia e Giurisprudenza. Ad oggi ha prodotto tre monoposto, SRT06, SRT08 ed SRT09 (evoluzione della SRT08). Ha partecipato alle edizioni 2006, 2008 e 2009 della Formula SAE Italy (organizzata dall’Associazione Tecnica dell’Automobile), classificandosi rispettivamente, 18esimo su 18 squadre nel 2006, 28esimo su 31 squadre nel 2008, 26esimo su 39 squadre nel 2009. Sempre nel 2009, il Salento Racing Team, ha ottenuto un risultato di altissimo livello vincendo la prova di Cost Report, nella quale ha riportato il migliore punteggio assoluto su 39 partecipanti , battendo squadre provenienti da tutta Europa, da atenei spesso più blasonati e con budget molto più ricchi. Nel mese di ottobre 2009 è partita la progettazione della nuova monoposto, SRT11, che prenderà parte alle competizioni del 2011. Per questo nuovo modello sono previste innovazioni sostanziali, volte a garantire migliori performance e a migliorare ulteriormente i risultati, già positivi, conseguiti dal team. Inoltre, la squadra ha intenzione di allargare la sua partecipazione agli eventi Formula SAE, prendendo parte alle manifestazioni organizzate in Germania ed Inghilterra. Il docente di riferimento del progetto è l’ingegner Paolo Carlucci, professore aggregato in Sistemi Energetici e dell’Ambiente presso la Facoltà di Ingegneria. Il Salento Racing Team rappresenta, oggi, una solida realtà all’interno dell’Ateneo. Grazie al sostegno delle strutture universitarie (Consiglio degli Studenti, Consigli di Facoltà e Consigli Didattici), al supporto di partner tecnici e sponsor qualificati e al lavoro costante e appassionato di un gruppo di circa 25 studenti, il team porta il buon nome dell’Università del Salento in giro per il mondo, in competizioni di alto livello, rappresentando degnamente l’eccellenza e la qualità della preparazione fornita dai vari corsi di studio e l’immagine di assoluto prestigio dell’Ateneo stesso.
La Formula SAE
Tale Formula, creata nel 1978 dalla SAE (Society of Automotive Engineers), ha lo scopo di mettere in competizione gli studenti universitari nella progettazione e realizzazione di una monoposto tipo Formula. L’alto valore dell’iniziativa consiste nell’opportunità, data agli studenti, di provarsi nell’attività progettuale, mettendo a frutto i concetti appresi nelle materie di studio dei vari corsi, ma non solo; diventa fondamentale, per la buona riuscita del progetto, il percorso realizzativo attraverso il quale i progetti, i calcoli, i disegni, si devono tradurre in componenti reali, funzionanti, e integrati in un sistema (la macchina) che deve garantire il rispetto di determinarti standard qualitativi e prestazionali. Una competizione Formula SAE è organizzata in più prove di varia natura: verifiche tecniche, prove statiche e prove dinamiche. Le verifiche tecniche hanno lo scopo di assicurare il rispetto, da parte della macchina, delle norme di sicurezza e buona tecnica stabilite dalla SAE e pubblicate annualmente in un regolamento internazionale. Data la natura estremamente rigorosa di tale regolamento, superare queste verifiche è già un successo. Le prove statiche consistono in un giudizio, da parte di un board di giudici (tecnici ed esperti del mondo auto motive), di diversi ambiti in cui ciascuna squadra si cimenta, e che riguardano il design (design event), valutazioni economiche (cost event) ed imprenditoriali (business event). Nel design event i giudici valutano le soluzioni tecniche (ad esempio: sistema sospensivo), adottate dalla squadra nella progettazione della vettura, esprimendo giudizi relativi alla natura tecnico-scientifica di ogni soluzione, alla sua facilità ed economicità di realizzazione e alla riproducibilità in serie. Nel cost event viene valutata la capacità, da parte della squadra, di ottimizzare il progetto a partire dalle risorse disponibili: nella valutazione è importante il costo finale della vettura, ma soprattutto il modo in cui vengono utilizzate le risorse, la qualità del percorso progettuale e realizzativo, le tecnologie utilizzate per la realizzazione, l’ottimizzazione nello sfruttamento dei materiali, della manodopera e delle lavorazioni richieste. Il business event è l’analisi del progetto imprenditoriale che la squadra ha immaginato e simulato per industrializzare il suo prodotto: la macchina deve essere il risultato di un buon progetto non solo in una singola realizzazione, ma nella sua riproduzione in serie e, quindi, nella vendibilità come prodotto presente su un mercato. Questo implica la scelta di un’idea imprenditoriale e l’implementazione di un business,con relativa ricerca di investitori e finanziamenti. Le prove dinamiche (accelerazione, handling, giro lanciato, prova di durata) servono per valutare le prestazioni della macchina, ma anche il suo consumo e l’affidabilità. Per questo motivo, oltre a cercare di ottenere dei buoni tempi nelle varie prove, la squadra deve perfezionare la sua macchina per farla consumare il meno possibile e garantirle, allo stesso tempo, un necessario tempo di utilizzo,che testimoni l’affidabilità del mezzo.Tutte le variabili in gioco, che emergono dalle varie prove, fanno capire quale sia la natura fortemente multi disciplinare delle attività. Per questo motivo, gli studenti coinvolti in questa iniziativa sviluppano una “cultura del progetto”, un approccio sistematico alla soluzione dei problemi, e soprattutto la capacità di lavorare all’interno di una squadra. Tutti elementi, questi, che caratterizzano in maniera sempre più marcata il profilo di un professionista che voglia operare ad alto livello nel mercato del lavoro. Si può dire, a tutti gli effetti, che il team costituisca una prova, in scala, di una realtà, quella lavorativa appunto, all’interno della quale gli studenti si troveranno a lavorare una volta laureati; è, in sostanza, un complemento delle attività didattiche e accademiche previste dai piani di studio, che offre l’opportunità di sviluppare senso pratico e di tradurre in realtà i concetti e le nozioni appresi sui libri e nei laboratori.
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